Coppettazione: trattamenti per le rigidità e contratture muscolari – non solo per atleti –
Che cos’è la coppettazione (e perché la usano atleti come Michael Phelps)
Tecnica semplice quanto antica, la coppettazione è finita sotto i riflettori perché ad essa ha fatto ricorso per rilassare i muscoli l’atleta Michael Phelps impegnato alle Olimpiadi di Rio. Questa pratica, chiamata anche cupping, appartiene alla tradizione della medicina cinese e consiste nell’applicazione in varie parti del corpo di coppette di plexiglas, all’interno delle quali viene creato il vuoto attraverso una specie di pistola che provoca il risucchio. Il conseguente risucchio all’interno delle ampolle dei tessuti cutanei e sottocutanei è quanto determina tanto il rossore visibile sulla pelle del campione americano quanto il supposto effetto benefico promesso della metodica.
L’obiettivo di questa pratica, non certo ignorata dalla medicina occidentale e alla quale si ricorreva in Europa nel Medioevo per il trattamento di malattie della pelle e dell’apparato respiratorio, “è quello di mobilitare le forme di ristagno nel corpo. La spiegazione energetica cinese è che il risucchio provocato in una certa zona riattiva l’energia lì bloccata“. Ma come agisce il cupping? “In pratica, la suzione contrasta la produzione di edemi, subedemi e microlesioni dovute agli allenamenti intensi e alle gare e promuove la microcircolazione sanguigna e linfatica, migliorando le prestazioni sportive – spiega Minelli – Inoltre, favorisce la mobilità delle articolazioni come spalle e anche“. La stimolazione delle fibre, infine, porta a una riduzione del dolore. E proprio nella terapia antalgica, il cupping trova la sua principale applicazione. Viene indicato in caso di crampi, contratture e ristagni del microcircolo dovuti a sforzi eccessivi.
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